Religione

 

Hermann Hesse a Montagnola, 1937
Foto: Martin Hesse · © Martin Hesse Erben


Hesse, quale figlio di missionari pietisti che erano stati attivi in India prima della sua nascita, entrò ben presto a contatto con la cultura e la religione indiana. Egli ha riflettuto durante tutta la vita sulla sua origine cristiana, sul significato e l'insegnamento di Gesù. Già nel 1900, all'età di 23 anni, iniziò a sviluppare un vivace interesse per San Francesco d'Assisi, che appare nei suoi romanzi Hermann Lauscher e Peter Camenzind e che trova espressione nel 1904 nella monografia Francesco d'Assisi.

Hesse ha studiato testi indiani teologico-filosofici come le Upanishad e la Bhagavadgita, si è occupato del brahmanesimo e dell'insegnamento di Buddha. La saggezza e la profondità di questi insegnamenti, il loro credo nella presenza del Sé divino in ogni singolo essere, hanno fortemente influenzato Hesse e vengono rielaborati letterariamente in molte delle sue opere come Demian, Klein e Wagner e in particolar modo Siddharta.

Inoltre Hesse, all'età di 30 anni, iniziò a studiare intensamente le dottrine cinesi, sollecitato da suo padre Johannes, che gli consigliò i testi di Lao Tse. Seguì lo studio della letteratura cinese in tutte le sue sfaccettature: oltre a Lao Tse, oltre ai Discorsi di Confucio e alle parabole di Dschang Dsi, Hermann Hesse è stato affascinato pure dal libro degli oracoli dell'antichità cinese I King e dai poeti classici Li Tai Pe e Thu Fu. L'opera di Hermann Hesse è stata influenzata dal taoismo cinese, la dottrina dell'unità bipolare della vita che si trova costantemente soggetta a cambiamenti e trasformazioni. Però anche Confucio con la sua dottrina dello Stato e l'etica alquanto severe venne sempre più apprezzato da Hesse in età matura, e penetrò nella sua creazione letteraria.

«Ho cercato di scoprire cosa accomuna tutte le confessioni e tutte le forme umane di religiosità, cosa sovrasta tutte le diversità nazionali, cosa può essere creduto e venerato da ogni popolo e da ogni singolo individuo.»
Da una lettera di Hermann Hesse a un lettore persiano, 1958.